sabato 12 giugno 2010

IL CAVALLO DELLE PAROLE


LA ESPERANZA ES PARA LA GENTE QUE VIVE SIN GRACIA

Un vecchio africano vestito di bianco, una donna tarchiata e coi capelli ricci, un ragazzetto con zazzera sotto a i 5 anni, in questo ordine, correvano correvano correvano.

Alle elementari ricordo Tiziana, una compagna di scuola che, quando interrogata in Storia non si raccapezzava con gli eserciti,e su chi perseguitava chi, diceva: il nemico. Visto e considerato che se uno batte in ritirata, l’altro che lo insegue non può essere un amico.

Dunque il nemico serrava dappresso i tre nostri che a gambe levate si incitavano l’un l’altro a battersela, senza manco guardarsi indietro.Il nero guidava la fuga : a destra, a sinistra, poi d’improvviso disse: scendete!

Il cunicolo era stretto come una scala a chiocciola, similmente all’interno delle torri di un castello e così percorsero senza respiro, in un caldo crescente che non avevano il modo di soffermarsi a considerare, quasi un chilometro sotto terra, en el obscuro subsuelo encerrados.

Il piccolo Julien aveva tanto spazio per la paura quanto misurava il suo corpicino. Il cuore gli cozzava contro le sbarre del torace, le minuscole ginocchia gli toccavano il petto. Curvi e a testa bassa s’inoltravano sempre più nelle tenebre senza poter alzare la testa nè voltarsi per assicurarsi di restare uniti ma sentivano i passi uno dell’altro e il respiro affannoso.

Repentinamente si parò loro davanti una scala in risalita, giusto una spanna più larga di quelle scese fino ad allora e dalla quale proveniva una luce rosa come di night club. Scalini bianchi e volta illuminata.Julien prese finalmente fiato appoggiandosi con la manina alla parete da dove sulla sinistra sporgeva un corrimano in ferro nero. La donna lo seguiva ansimando e il vecchio si aiutò col supporto nel muro per issarsi con fatica, scoprendo gli stinchi secchi e segnati , con l’altra mano allentandosi la kefia.

Almeno altri 2 chilometri di risalita e poi finalmente una luce abbagliante e un’aria di mare. L’uscita dalla lunghissima scala era l’entrata ad arco in una vasta piazza lastricata come una chiesa con mosaici elaboratissimi e luccicanti che a 700 metri di distanza si apriva su una spiaggia dalla sabbia rosa. Una quinta di palme dal lato destro e un penetrante odore salmastro completavano lo scenario.

I tre ristettero. L’anziano si inginocchiò raccogliendosi in preghiera con le ginocchia schiacciate sul petto e le braccia distese in avanti.

-Allah akbar!- rantolò.

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RACCONTO

BY CLAUDIACAL

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