giovedì 1 luglio 2010

IL CAVALLO DELLE PAROLE

STULTUM EST DICERE PUTABAM

Quell'ospedale era talmente lussuoso da sembrare un Grand Hotel. E altrettanto rinomato. Il dottor Mayo lo aveva convocato per comunicargli gli esiti di 20 giorni di ricerche e accertamenti sulle condizioni di sua madre. Una simpatica e vivace signora di 60 anni improvvisamente colpita da fastidiosi e allarmanti disturbi.

- sua madre ha una patologia irreversibile e progressiva che le lascerà non più di due mesi di vita. Inoperabile.-

L'etica porofessionale medica del Paese dove il dottore operava prescrive che al paziente sia data informazione completa e tempestiva della sua sorte qualunque essa sia e specialmente se trattasi di prognosi infausta.

-per questo mi stupisco che lei non sia qui...a prendere conoscenza della sua condizione...-

Robert, invece, prendeva tempo per rispondere, straziato in un letto di Procuste tra la disperazione per la notizia e la rabbia per come il dottore gliela aveva comunicata. Aveva tenuto il mento sul petto e le mani sulle tempie per un istante interminabile.

Poi aveva parlato con tono determinato e definitivo.

-accetto la sua diagnosi, dottore, ma non la sua sentenza. Lei non parlerà a mia madre. Anzi. poiché l'ha già condannata con le sue parole, faccia conto che sia già morta.Il resto, d'ora in poi, sarà compito mio.-

Mayo accolse questa reazione di Robert con un'alzata di spalle dopo un primo momento di disappunto. Poi si accese un sigaro e guardò dabbasso.

Con una cartella verde in mano, l'impertinente figlio della sua paziente era saltato dentro un'auto sportiva guidata dalla moritura.




RACCONTO BY
CLAUDIACAL
(LAZIO * ITALY)


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